TERMOVALORIZZAZIONE
oppure?
Perchè la Terra non è piatta
e i termovalorizzatori
non sono l'arma del Diavolo
Viviamo tempi di opinioni estreme. Le grandi ideologie pare abbiano lasciato il posto ad una miriade di piccole visioni dogmatiche individuali ed inattaccabili. I termovalorizzatori non ne sono che uno degli esempi – da una parte chi li vede strumento di inquinamento e spreco, dall'altra chi ne vorrebbe uno anche in giardino al posto del gazebo...
Da una parte quelli che "lo spread non esiste, il debito pubblico è una balla inventata per ricattarci", dall'altra quelli che "bisogna seguire tutti i vincoli della UE alla lettera altrimenti è la fine", come da una parte quelli che si bevono tutte le simpatiche fandonie mainstream, da Masha e l'Orso agenti segreti del Cremlino a Soros 'il filantropo' e dall'altra quelli che Soros è il capo dei rettiliani e il grande complotto massonico ci vuole mettere il microchip nel cervello. Insomma la teoria secondo cui la virtù starebbe nel mezzo ce la siamo persa già con Aristotele. E invece bisogna ragionarci bene su certi problemi, perchè è dalla nostra capacità di analisi che dipendono le probabilità di sopravvivenza per la nostra specie nel lungo periodo. Non è una esagerazione, veramente se andiamo avanti così tra un po' alcune nostre città verranno sepolte da bucce di limoni marci e scorze d'anguria. Guardiamo i dati e ragioniamo in base a quelli e non ai preconcetti: quali sono i Paesi europei che fanno maggiore uso di termovalorizzazione? Osservate il grafico e lo vedete subito.
Danimarca, Svezia, Finlandia...addirittura la Svezia è a corto di 'materia prima' da bruciare per produrre energie e cerca di importarne. Come vedete dai dati tratti dal German Economic Institute di Colonia (estrapolazione solo dei principali termini di paragone), Paesi come la Svezia metà incenerizzano e metà riciclano, mentre la Germania per due terzi recilca, un terzo incenerizza, una 2% appena finisce in discarica. Noi? Anche senza guardare il grafico fatto dai tedeschi, fin troppo clementi e obiettivi, lo sapete già da voi come siamo messi. La questione dei rifiuti appare di tanto in tanto sui nostri media concentrata di volta in volta su Campania o Sicilia o, nel caso più recente, Lazio. Alcune volte c'è una motivazione anche politica nell'evidenziare certi problemi, non si può escludere che la questione dell'immondizia di Roma oggi sia esaltata anche perchè si cerca di demolire la giunta Raggi. Lo scontro Di Maio – Salvini sul tema tuttavia, non fa che accentuare la questione che, da puramente ecologica e sociale, rischia di diventare sempre di più politico-elettorale. La regione Lazio avrebbe bisogno di almeno un secondo termovalorizzatore, c'è poco da fare, o, per lo meno riuscire a far funzionare quello di Colleferro. Salvini arriva addirittura a dire che ce ne vorrebbe uno per provincia e, la distanza con Di Maio che invece non ne vuole affatto, pare incolmabile.
Le due mappe di cui sopra sono elaborate sulla base dei dati presi dall'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale. E' evidente che esiste una relazione stretta tra raccolta differenziata, riciclaggio e termovalorizzazione. D'altra parte è fin troppo intuitivo che ci debba essere una relazione tra raccolta differenziata dei rifiuti e impianti per il riciclaggio e distruzione dei rifiuti a seconda di come appunto differenziati. Intuitivo anche osservare come le regioni in tutto più virtuose siano anche poi quelle in cui meno si sia sentito parlare di roghi abusivi, degrado, racket, o emergenza rifiuti.

Quali quindi gli argomenti del M5S a sfavore dei termovalorizzatori in questo braccio di ferro con la Lega? Fondamentalmente i punti sono i seguenti:

1. I termovalorizzatori inquinano l'aria
2. Ci vogliono 7 anni a costruirli (cit. Sergio Costa, Min.Ambiente), entrano a regime troppo tardi, costano troppo, l'investimento lo recuperi in 20 anni, nel frattempo il problema persiste
3. Appalto e gestione sarebbero soggetti alle solite infiltrazioni mafiose
4. L'ambiente è campo assegnato al M5S per contratto di Governo, Salvini si occupi del suo ministero

Iniziamo per ordine. 1 - I termovalorizzatori, anche volendoli chiamare inceneritori, non sono comunque delle grandi caldaie dove butti quello che capita, lo bruci e diffondi nell'aria gas, polveri e puzza. Se fossero questo non ci vorrebbero 7 anni a realizzarli e tedeschi e scandinavi non investirebbero per costruirne uno dietro l'altro. Tra l'altro ci siete mai stati in questi Paesi del Nord Europa? Com'è l'aria? Il livello di pulizia generale? L'obiezione "sì ma inquinano l'atmosfera, mica le conseguenze le vedi sul posto" avrebbe comunque una grave pecca – se inquinassero l'intera atmosfera allora non avrebbe comunque senso spedire le nostre immondizie all'estero per farle bruciare altrove se tanto inquinano uguale. Per coerenza bisognerebbe opporsi anche all'esportazione. Va inoltre detto che la raccolta differenziata non avrebbe molto senso se poi la parte selezionata per essere incenerita non venisse appunto... incenerita. Peggio poi di quanto inquinino i roghi abusivi appiccati dalle varie mafie nulla potrà mai essere. Ad ogni modo al fine di tentare di spiegare la differenza tra un termovalorizzatore moderno e una ciminiera a carbone del secolo scorso alleghiamo qui di seguito un breve video didascalico, posto comunque che sarebbe difficile riuscire a dimostrare persino che la Terra non è piatta a chi ne fosse fermamente convinto e posto anche che, essendo un video promozionale, ovvio tende a rappresentare la termovalorizzazione come il mondo ideale il ché, anch'esso, è a sua volta un estremo e forzatura.
Punto n.2 - Sì, si tratta di fare degli investimenti per il futuro, 'per i nostri figli' se vogliamo utilizzare una frase retorica me che comunque qualcosa significa. Dire che non possiamo permetterci di aspettare 7 anni e non abbiamo i soldi significherebbe ammettere automaticamente che siamo finiti. 7 anni in termini di investimento politico non sono nulla, uno Stato che considera piani di questa portata temporale troppo di lungo periodo significa che non è convinto di sopravvivere, appunto, più di 7 anni per vederne i frutti. Che non ci siano le risorse per creare una decina di termovalorizzatori in punti strategici del Paese anche fa paura. Speriamo semplicemente non sia vero.

Punto 3 – con tutti gli scandali scoppiati intorno alla gestione dei rifiuti, proprio perchè la gestione corretta e trasparente sta diventando difficoltosa, per quale motivo si considera il rischio di infiltrazione mafiosa così realistico per i termovalorizzazione? Più logico aspettarsi che al migliorare ed al facilitare dello smaltimento diventi anche più chiara e controllabile la gestione.

Punto 4 – sì, qui siamo d'accordo. Il Ministero competente è stato assegnato ai 5S in accordo di Governo, Salvini dovrebbe starsene al gioco e nei ranghi. Ma azzardiamo ragione di ritenere che il nostro Matteone nazionale, a parte quelche twittata di troppo e sparata random, sia anche fin troppo furbo e la variante l'abbia già calcolata tutta fino in fondo. Prendere le distanze oggi da una politica passiva su certi temi che prima o poi sfuggiranno sicuramente di mano significherà domani poter dire ancora una volta "visto, ve lo avevo detto!". E giù altri voti.
Ma volendo fare un paragone con la Russia? Il German Economic Institute, cui abbiamo attinto per la ricerca sull'Europa, non ha raccolto dati sulla Federazione Russa e quelli in mano nostra non sarebbero omogenei con quelli dell'istituto di Colonia per cui alcun confronto sarebbe corretto. Un dato solo tuttavia pare più che sufficiente a far riflettere: nella sola città di Mosca sono già operativi tre inceneritori, piuttosto vecchi ma recentemente attrezzati con le nuove tecnologie (articolo e foto), e nella regione sono al momento in preparazione ben dieci impianti per il riciclaggio e quattro nuovi termovalorizzatori che dovrebbero entrare in funzione nel 2021. Si parala addirittura della necessità di arrivare a 8 nuovi ulteriori impianti per eliminare il problema delle ben più inquinanti discariche. Con tutte le risorse energetiche che si ritrova, la Russia non ha certo bisogno di bruciare immondizie per produrre energia, per altro ha a disposizione sconfinati spazi ad est per la discarica, per quale motivo avrebbe quindi deciso di investire nella termovalorizzazione se fosse solo un costo e fattore di inquinamento? Naturalmente ognuno deve trovare la propria strada, inutile prendere per buono l'esempio altrui senza una propria personale reinterpretazione, l'importante sarebbe piuttosto riuscire a decidere sempre in modo pragmatico e autonomo, senza preconcetti e senza troppi calcoli politici di breve periodo. D'altra parte gli stessi ingegneri russi dicono chiaro che sì, bruciare può essere una soluzione, ma bisogna farlo con la tecnologia giusta perchè incenerire è un conto, termovalorizzare un altro.
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