Chernobyl – Fukushima
Disastri diversi, conseguenze simili


Il disastro della centrale nucleare di Chernobyl verificatosi il 26 aprile 1986 in un modo o nell'altro ha toccato la vita di milioni di persone. Circa 8,4 milioni di persone tra Bielorussia, Ucraina e Russia sono state colpite dall'onda radioattiva. Più di 400000 persone hanno dovuto abbandonare i territori più contaminati. Oggi nelle zone a debole radioattività, ma comunque ritenute ufficialmente contaminate, vivono circa 5 milioni di persone. Di queste circa 1,6 milioni in Russia. Tutte loro sono ormai da 30 anni sottoposte a controlli sanitari.
Oltre alle conseguenze mediche e ambientali la catastrofe di Chernobyl è stata la causa di molti processi sociali e politici negativi, i quali rimangono ancora oggi d'attualità. Molti di questi sono gli stessi che hanno interessato e continuato a interessare le persone evacuate dalle zone contaminate dopo il disastro di Fukushima in Giappone.

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Innanzitutto, si può osservare un aumento della preoccupazione manifestatasi nei primi giorni dopo il disastro e che non ha abbandonato alcune persone ancora oggi. Questo fenomeno è in larga misura legato al fatto che le persone non sapessero cosa fosse successo e come reagire. Nei primi giorni e mesi dopo il disastro in mancanza di informazioni affidabili le persone non erano in grado di valutare la pericolosità del fenomeno e prendere qualsiasi decisione: andarsene, restare, lasciare uscire i propri figli per strada, cosa mangiare e cosa no, ecc. Oggi invece vi è una paura irrazionale non più legata al fatto che la loro vita è minacciata da qualcosa. Ma questa è proprio una conseguenza psicologica del disastro che hanno vissuto.

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Un'altra conseguenza di Chernobyl fu la sfiducia della gente nei confronti delle autorità, dei medici, degli studiosi, delle organizzazioni internazionali come l'IAEA e l'OMS. E questo accadde anche nel caso dei disastri di Three Mile Island e di Fukushima. Per evitare il panico, le autorità non comunicarono informazioni complete riguardo ai disastri. Ma in parte nemmeno loro erano in possesso di informazioni esaustive e non erano in grado di valutare adeguatamente la situazione.

Vent'anni dopo il disastro di Chernobyl l'ex presidente dell'URSS Michail Gorbachev ha riconosciuto che "il governo non ha nascosto la verità sulla catastrofe di Chernobyl. Semplicemente non la sapeva." Invece dei canali di informazione ufficiali cominciò a diffondersi il passaparola: in pratica, le persone vivevano di voci di corridoio. Questo fenomeno non fece che peggiorare la situazione e il sentimento di sfiducia di tutti contro tutti.


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Molte persone dopo Chernobyl furono evacuate dalle zone contaminate e provarono uno stress molto forte scatenato da quella che viene chiamata "distruzione della comunità" (destruction of community). I bruschi spostamenti, lo sgretolamento delle relazioni sociali, il cambiamento dello stile di vita, la percezione di indefinitezza, di rischi legati al trovare un lavoro in un nuovo luogo: questi furono i sintomi osservati in varie persone sia dopo il disastro di Chernobyl sia dopo quello di Fukushima. Oggi dopo alcuni anni questo stress è scomparso. Ma! Invariata è rimasta la preoccupazione per la salute dei figli e delle generazioni future.

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Questa preoccupazione perenne è stata tramandata dai genitori ai figli. E sebbene la capacità di adattamento dei giovani sia maggiore di quella degli adulti, anche molti bambini soffrono di stress e di ansia. Ad esempio, quando vengono messi sotto pressione dai loro compagni di classe in una nuova scuola.

Riportiamo qui di seguito un passaggio di un'intervista rilasciata a Sputnik da un testimone di quegli eventi, il giornalista bielorusso Ales Dostanko:
"Avevo 12 anni quando nella nostra colonia estiva arrivarono i figli di persone evacuate dai territori contaminati. Allora noi non sapevamo cosa fossero questi territori contaminati ma già al tempo ci rendevamo conto del fatto che le radiazioni fossero qualcosa di terribile. All'inizio evitavamo il contatto con loro. Poi a questi bambini venne dato il soprannome di "ricci di Chernobyl". Penso che questo nomignolo racchiudesse allo stesso tempo sia la solidarietà sia la paura di essere contagiati come se si trattasse di un qualche virus".
Casi analoghi di discriminazione e derisione da parte dei coetanei videro implicati bambini evacuati dalle zone circostanti la centrale nucleare "Fukushima-1" come riporta una ricerca del Ministero giapponese dell'Istruzione.

Subito dopo il disastro di Fukushima nella comunità nucleare mondiale furono adottate misure inedite per la sicurezza delle centrali nucleari. E oggi nelle aree sottoposte a controlli attorno a tutte le centrali nucleari della Federazione Russa sono stati elaborati sistemi automatizzati per il controllo delle installazioni nucleari che permettono a chi lo desideri di valutare la situazione non solamente attorno alle centrali ma anche attorno ad altre aziende del settore nucleare potenzialmente pericolose per via delle radiazioni. La verità è che nell'opinione pubblica Chernobyl e Fukushima hanno lasciato un segno tale che la paura irrazionale delle centrali nucleari e delle altre imprese nucleari non si è dissipata. E questo riguarda sia la Russia sia il Giappone.
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